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L’arte che salva il mare: Washed Ashore

Updated: Jul 7, 2020

I rifiuti oceanici si rivelano una grande fonte d’ispirazione per questo gruppo di artisti americani. Le loro colorate opere raccontano la vita marina contemporanea in un’ottica ecosostenibile.



L'organizzazione no profit “Washed Ashore” – trascinati a riva – racchiude un gruppo di artisti e volontari sensibili alle tematiche ambientali. Essi raccolgono l’immondizia trasportata dalle onde dell’oceano sulle spiagge dell'Oregon e la trasformano, creando sculture di animali la cui vita è in pericolo a causa della spazzatura della quale essi stessi sono fatti. I soggetti preferiti per le opere sono tutti quegli animali che caratterizzano gli habitat marini e costieri, e che ogni giorno rischiano di perire a causa dei rifiuti plastici ormai onnipresenti negli ambienti oceanici.



Washed Ashore


Il progetto Washed Ashore nasce dall’idea di una donna, Angela Haseltine Pozzi. L’evoluzione artistica di Angela ha preso luogo quando si è accorta dell’inquinamento presente sulle spiagge, un tempo immacolate, dell’Oregon meridionale. Dopo essersi informata ed aver capito le possibili implicazioni dei detriti plastici sulla flora e la fauna marine, ha dato origine all’organizzazione no profit. La creazione artistica nasce sulla costa, dove gruppi di volontari organizzano dei cleanup per raccogliere il materiale utile alla composizione delle sculture. In un secondo momento, gli artisti uniscono i pezzi all’interno di officine e laboratori, dove incollano, saldano e creano le opere finali. La terza e ultima fase, prevede l’esposizione delle opere in luoghi d’interesse pubblico come parchi e musei.


“Abbiamo raccolto 26 tonnellate di rifiuti dalle spiagge” - spiega la signora Pozzi - “che non sono nemmeno un’intaccatura all’attuale problema dell’inquinamento, ma stiamo comunque facendo qualcosa, aumentando la consapevolezza e risvegliando le persone.”



Le sculture


Nell’ultimo decennio, Washed Ashore ha collezionato queste 26 tonnellate di rifiuti, le ha lavate, e ha poi dato origine a più di 70 voluminose sculture che ritraggono una moltitudine di animali. Esse sono espressione di una natura colorata e dinamica, che attira l’attenzione su di sé. “Il polpo Octavia”, “La Tartaruga Edward” e “L’Orso Polare Daisysono solo alcuni esempi di queste opere ecosostenibili.



L'originalità di queste composizioni, oltre che nel materiale di produzione, sta nei colori brillanti che attirano l'attenzione. Le forme semplici e definite degli animali concentrano l'attenzione sul soggetto lasciando spazio all’osservatore di riflettere sul vero significato della scultura. Gli animali rappresentati sono tutte specie a rischio a causa della plastica abbandonata che arriva negli oceani. Pesci, uccelli e altri abitanti del mare rappresentano il focus principale di questa corrente artistica. Le opere vengono esposte nei musei di diverse città americane. Il fine ultimo degli artisti è che esse vengano viste da più persone possibili in modo da sensibilizzare la popolazione su questa problematica contemporanea.


"Non siamo qui per incolpare nessuno o puntare il dito" afferma Angela Pozzi. "Fondamentalmente invitiamo i buddisti e i battisti, i redneck e gli hippy, i repubblicani e i democratici; e tutti si siedono intorno a un tavolo e lavorano insieme su qualcosa, cosa che non accade abbastanza nel nostro mondo".


Nonostante ciò, la provocazione artistica è chiara: gli animali delle opere sono fatti di quegli stessi materiali che in natura minacciano la loro sopravvivenza. Il messaggio dietro alle creative composizioni rispecchia un’idea di economia circolare: i rifiuti scartati dalla società vengono recuperati dagli artisti di Washed Ashore e riportati nei luoghi da cui essi provengono: le città. Ora però, quella che un tempo era reputata semplice immondizia, si trasforma in nuove forme e scopi, diventando un simbolo per i cittadini e acquisendo un grande valore per la società.



 

Fonti:




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