top of page

Mascherine in bioplastica realizzate con la stampante in 3D: Mood-Art e la lotta contro il virus

Updated: Jul 7, 2020

Di recente tantissime realtà terrioriali hanno convertito la loro attività per fare fronte all’emergenza sanitaria COVID-19. In Veneto, l’azienda di editoria e stampa Grafica Veneta ha riconvertito la sua produzione per produrre 1,5 milioni di mascherine da distribuire ai cittadini della regione. Anche noti marchi di abbigliamento come Gucci, Armani, Zara e H&M hanno annunciato che daranno una mano alla lotta contro il coronavirus realizzando camici, mascherine e altro materiale sanitario che saranno poi distribuiti agli ospedali più bisognosi. In molti infatti si stanno attivando con le proprie forze e strumenti per uscire da questa crisi insormontabile. Come sappiamo, Brescia è una delle città più colpite dal virus, che richiede un intervento di sostegno a favore degli abitanti. Un’iniziativa interessante è quella promossa dallo studio creativo Mood-Art Graphic design di Rovato. Si tratta di una realtà nuova, fondata lo scorso gennaio e specializzata in graphic design e progetti di interni. Le menti creative dello studio bresciano sono tre sorelle: la restauratrice Chiara, la designer Monica e Jessica, l’esperta di grafica. Poco prima che scoppiasse l’epidemia, l’azienda aveva acquistato una stampante 3D professionale, utilizzata per realizzare oggetti e accessori di design. Adesso invece grazie alle funzionalità della macchina, Monica ha progettato delle mascherine sanitarie a partire da alcune maschere da snorkeling. Infatti poco prima l’associazione FabLab di Brescia ha lanciato un appello che chiedeva “la realizzazione urgente di 500 kit per convertire la maschera Easybreath da snorkeling di Decathlon in maschera respiratoria d'emergenza partendo dal progetto sviluppato e reso disponibile dall'azienda bresciana Isinnova”.

Il team ricercatori dell'istituto di ricerca Isinnova ha realizzato in meno di 10 ore un prototipo, riuscendo a trasformare delle semplici maschere subacquee in respiratori ospedalieri.


Per ulteriori approfondimenti leggi l'articolo "Azienda bresciana trasforma maschere da snorkeling in respiratori: a breve 500 kit" di Brescia Today.




Monica ha passato gli ultimi giorni a stampare e rimuovere i supporti dei raccordi che uscivano dalla stampante 3D. Un piccolo contributo, lo ha definito Monica, ma che potrà concorrere a salvare diverse vite. L'obiettivo è infatti stato raggiunto e le valvole consegnate alla protezione civile. Le mascherine infatti sono ormai introvabili in Italia e nel mondo. Gli ultimi esemplari di mascherine FFP2 e FFP3, le uniche realmente efficaci nel proteggere dal Coronavirus, si trovavano i primi giorni di febbraio ma sono andate esaurite ovunque. Vista la difficoltà di reperirle sul mercato, Monica si è inventata dei prototipi di mascherine, con filtro, per tutti coloro che ne avessero necessità.



"Il file con il prototipo da stampare in 3D è gratuito ed è a disposizione di tutti. Anche queste sono realizzate in bioplastica, ma sto sperimentando un'altra plastica più morbida che si adatta meglio al viso. Ognuno poi userà il materiale che ritiene più idoneo come filtro. Ci sono tre modelli, in base alla grandezza del viso: sono riutilizzabili all'infinito, perché basta lavarle con acqua e sapone dopo ogni uso. Certo non sono dispositivi certificati, ma siccome quelli scarseggiano ed è giusto che li usino medici e infermieri, speriamo che le nostre possano aiutare a proteggersi e proteggere dal virus. Abbiamo già girato il file a un caseificio della zona"- racconta Monica Bono.



È importante sottolineare che queste mascherine non sono certificate e perciò non costituiscono un presidio medico chirurgico. È stata concepita esclusivamente per limitare le droplets, le goccioline di saliva che fuoriescono dalla bocca. L’intenzione della mascherina di Mood-Art è quella di aiutare chi in questo momento necessita di una protezione personale e non ha nulla con cui proteggersi quando esce. Insomma, meglio queste non certificate che niente.

Come funziona la stampante 3D?


La stampante 3D è uno strumento che permette di produrre oggetti partendo da un modello digitale tridimensionale. Nei metodi di stampa 3D più conosciuti la produzione dell’oggetto avviene per strati, posizionando uno strato di materiale sopra l’altro. La sua grande diffusione si deve alla popolarità che ha riscontrato nel mondo dei consumatori: la dicitura “stampa 3D” ricorda in modo diretto la stampa bidimensionale tradizionale, rendendo facilmente l’idea di come funzioni. Per realizzare un oggetto tramite stampa 3D esiste più di una tecnica. La tecnologia più comune (grazie al suo basso costo) è sicuramente la stampa a deposizione di filamento (fused deposition modelingFDM). Il materiale usato più comunemente è il PLA (Acido Polilattico) e viene estruso ad una temperatura compresa tra i 180 e 210 °C.


Bioplastica: il materiale del "futuro"


Il materiale utilizzato per produrre le mascherine è la PLA (Acido Polilattico), un'innovativa bioplastica prodotta dalla trasformazione degli zuccheri presenti in mais, barbabietola, canna da zucchero e altri materiali naturali e rinnovabili e non derivati dal petrolio (a differenza della plastica tradizionale). Questa bioplastica è biodegradabile e compostabile quindi si degrada rapidamente nel terreno una volta raggiunte le condizioni di temperatura e umidità necessarie. La PLA si restringe se si trova vicino a fonti di calore; ciò lo rende particolarmente adatto ad essere impiegato come materiale termoretraibile. Per di più, la sua facilità di scioglimento permette di utilizzarlo in modo consistente nel settore della stampa 3D. La sua particolare sensibilità al calore, però, impedisce di utilizzarlo per creare tazze e contenitori alimentari in cui vengono spesso inseriti cibi o bevande molto calde. La bioplastica viene impiegata per produrre imballaggi, come i sacchetti della spesa e quelli per la raccolta differenziata della frazione organica, i sacchi e guanti per l’ortofrutta a libero servizio, le reti per confezionare la frutta e la verdura, gli involucri per la carta igienica, la carta casa e i fazzoletti, le vaschette per gli alimenti e le coppette per il gelato. Inoltre è utilizzata per realizzare manufatti come i teli per la pacciamatura agricola, i piatti, i bicchieri e così via.

Come abbiamo visto, la bioplastica è un materiale versatile che, se utilizzato con ingegno e inventiva, può essere utile in molti settori e per svariati scopi. In questa emergenza sanitaria, la bioplastica, tramite l'utilizzo della stampante 3D, si è rivelata un materiale prezioso che è stato in grado di aiutare molte persone. Grazie al contributo di Mood-Art e di altre aziende la mancanza di reperire mascherine e strumenti di protezione sarà progressivamente colmata nelle prossime settimane. Chiunque avesse una stampante 3D può dare il suo contributo per costruire mascherine da distribuire alle persone che ne sono sprovviste. Invitiamo i nostri lettori a prendere le adeguate precauzioni prima di recarsi in luoghi pubblici come supermercati, negozi e sedi lavorative, arginando la diffusione di questo virus una volta per tutte.

 

Fonti:


43 views0 comments

Recent Posts

See All
bottom of page